La pandemia di Coronavirus, per quanto possa apparire pleonastico rimarcarlo, ha flagellato il settore del turismo a livello internazionale, annichilendo i Paesi dell’intero orbe terracqueo sotto il profilo economico, ma anche da un punto di vista prettamente occupazionale, dove numerosi posti di lavoro sono andati perduti per via dell’emergenza sanitaria che ha colto in contropiede il nostro pianeta. C’è stato, fra i luoghi turistici più ambiti, anche chi ha adottato una politica molto rigida, la cosiddetta “Zero Covid”, riuscendo ad abbassare il numero di casi positivi per poi riaprire le proprie frontiere e accogliere frotte di visitatori, quasi come se nulla fosse accaduto: è il caso della Repubblica di Mauritius, Stato insulare dell’Africa ubicato nell’Oceano Indiano sud-occidentale a 550 chilometri a est rispetto al Madagascar.
Turismo, ripartire dopo la politica “Zero Covid” si può: il caso delle Mauritius
Come accennavamo, nel 2020 la Repubblica di Mauritius ha adottato una politica “zero Covid” e un lockdown stringente, nel quale ogni singolo resort è stato svuotato. I visitatori nell’arco di dodici mesi sono scesi da 1,4 milioni all’anno (più degli 1,2 milioni di abitanti dell’isola) a (quasi) zero. Inoltre, nel 2019, prima della pandemia di SARS-CoV-2, il 19,5% del PIL delle Mauritius proveniva dal turismo, area occupazionale che garantiva 100mila posti di lavoro. Secondo i dati diffusi da Statista, tale percentuale è scesa all’8,3% nel 2020 e al 4,6% nel 2021. Decisivo è stato l’intervento del governo, che ha deciso di preservare i lavoratori e le imprese, investendo all’incirca 400 milioni di dollari per liquidare i salari dei lavoratori dipendenti e autonomi, oltre a concedere prestiti di denaro ad alcune delle maggiori aziende in difficoltà.
Mauritius, come ripartire dopo la politica “Zero Covid”: le previsioni del FMI sul turismo
Anche il contesto economico globale sta pesando sulle prospettive future della Repubblica di Mauritius. Stando alle previsioni del FMI (Fondo Monetario Internazionali), pubblicate dalla testata giornalistica “North Africa Post”, l’inflazione annuale dovrebbe salire all’11,4% a causa dell’impennata dei prezzi delle materie prime, del passato deprezzamento della rupia (moneta locale, ndr) e della ripresa della domanda interna. Intanto, però, il turismo sta celermente riassestandosi sui livelli pre-pandemici, coi visitatori che tendono a soggiornare più a lungo che in passato: siamo a una media di 14 giorni rispetto ai 9 prima della pandemia. In tal senso, il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita del turismo del 5,4% nel 2023, per poi affermarsi al 3-3,5% nel medio periodo.