Richard Christopher Carrington: un (duplice) nome e un cognome che probabilmente non suggerirà accostamenti mnemonici immediati, ma che assume tutt’altra valenza quando viene inserito nel binomio a cui dà vita con “aurora boreale”. Sì, perché stiamo parlando dell’astronomo britannico che, il 28 agosto 1859, per la prima volta nella storia dell’umanità riuscì a comprendere la vera natura di quelle luci colorate che, in piena notte, squarciavano le volte celesti a settentrione. Si tratta, nel dettaglio, di particelle elettroniche (elettroni e protoni) che giungono dal Sole e impattano la ionosfera terrestre, sprigionando luce. Questo si verifica soltanto in determinate zone del pianeta per via della minore protezione magnetica, che consente al vento solare di interferire col campo magnetico della Terra. L’aurora boreale, peraltro, assume varie tonalità cromatiche: blu nella sua parte più alta (ma è difficilissimo scorgere questa colorazione); rosso e viola (combinazione rara); verde (la più comune); rosa (nella sua porzione più bassa).
Aurora Boreale: dove avvistarla?
L’aurora boreale può essere osservata recandosi nei Paesi del Nord, preferibilmente valicando il Circolo Polare Artico. In generale, le zone del mondo più indicate per poterla vedere dal vivo sono la Lapponia, l’Alaska, il Canada, la Groenlandia, l’Islanda, le Isole Faroe, le Lofoten, la Finlandia, le Svalbard, la Russia e la Siberia. Tuttavia, la mappatura varia a seconda dei picchi di attività solare, che, quando raggiunge il suo apice, consente all’ovale aurorale di rendere il fenomeno visibile addirittura nell’intera Scandinavia.
Quando avvistare l’Aurora Boreale?
Esiste un calendario utile per avvistare l’aurora boreale? Anche se il quesito potrebbe risultare singolare, in verità esistono dei momenti dell’anno in cui non è in alcun modo possibile assistere a tale fenomeno: ci riferiamo alla stagione estiva, poiché il Sole di Mezzanotte ne impedisce la formazione. Il periodo ideale per osservare l’aurora boreale è quello compreso tra i mesi di settembre e di aprile, con lievi modifiche giustificate dalle latitudini diverse alle quali è possibile recarsi. Se avete carta bianca sulla possibilità di scelta per ciò che concerne la data del vostro viaggio, noi di “Icaro in Volo” vi consigliamo i mesi di febbraio e di marzo, visto che le temperature sono meno rigide (motivo per il quale, tuttavia, sarà probabile imbattersi in comitive di altri turisti a caccia del fenomeno notturno).
Come vestirsi per riuscire ad attendere l’Aurora Boreale senza congelare?
Va da sé che, essendo l’aurora boreale un fenomeno notturno, ci si debba adeguatamente attrezzare per poter resistere al freddo penetrante delle ore prive di luce. Vale sempre la tattica della “cipolla”, ovvero degli strati sovrapposti di vestiti per evitare di congelare, nel senso letterale del termine. Maglie di lana, pile e tute da sci, indossati contemporaneamente, pur limitando in parte la facoltà di movimento, consentono di riscaldare adeguatamente il corpo esposto al gelo notturno, ma non bisogna scordare l’importanza di coprire le mani con guanti in materiale termico (il Gore-Tex è perfetto, ad esempio) e i piedi con calzettoni in lana e scarponi doposci. Sciarpe e cappelli di lana sono infine altrettanto fondamentali, così come i paraorecchie.
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