Era un abile imprenditore di se stesso, consapevole della sua maestria e conoscitore dei suoi tempi, e di chi nei suoi tempi contava. Corteggiato, blandito, amato e ben pagato, Antonio Canova e’ stato un vincente dell’arte, poco lirico e legato ai materiali che lavorava con perizia dopo averli rintracciati e studiati. Figlio di Possagno, paese nella provincia di Treviso, dov’è nato nel 1757, resta legato alla sua terra malgrado i lunghi soggiorni a Roma e Vienna. Con i suoi capolavori sembra anticipare di due secoli il miracolo del Nordest italiano e qualcuno lo paragona a un Jeff Koons antelitteram per il genio unito al senso degli affari.
La mostra di Bassano del Grappa raggruppa molti lavori, provenienti da tutto il mondo, con sculture in gesso e in marmo, e disegni e bozzetti. La novità è la “Maddalena giacente” e il suo segno; qualcuno sostiene sia l’apripista dell’arte moderna e traghetta il mondo europeo fuori dai retaggi accademici e imbolsiti di quegli anni, con tratti neoclassici di grande seduzione. Muore a Roma nel 1822, duecento anni fa esatti.
CANOVA, GENIO EUROPEO. A BASSANO DEL GRAPPA, MUSEO CIVICO, FINO AL 26 FEBBRAIO 2026.
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